Il sistema portuale italiano rappresenta uno dei cardini su cui si basa lo sviluppo economico e sociale del Paese perché capace di produrre ricchezza e occupazione e di catalizzare investimenti e risorse a scala locale e nazionale.
È importante che al processo di sviluppo logistico ed economico e al crescente uso del mare come via di comunicazione e trasporto si accompagni sia la tutela dell’ambiente delle aree portuali che la minimizzazione dell’impatto ambientale delle infrastrutture portuali sul territorio circostante.
Il Porto di Ravenna rappresenta l’unico porto dell’Emilia-Romagna. Inoltre, in virtù della sua posizione geografica strategica, si caratterizza come leader in Italia per gli scambi commerciali con i mercati del Mediterraneo orientale e del Mar Nero (quasi il 40% del totale nazionale ad esclusione del carbone e dei prodotti petroliferi) e svolge una funzione importante per quelli con il Medio e l’Estremo Oriente.
L’inclusione nel sistema della grande viabilità e il collegamento con le principali reti di trasporto fanno del Porto di Ravenna un nodo accessibile dai principali mercati italiani ed europei, ragione per cui è stato inserito dalla Comunità europea nelle proposta di revisione normativa delle reti TEN-T, divenendo il terminale meridionale del corridoio n. 1 Baltico-Adriatico (che collegherà Helsinki a Ravenna, nell’ambito del quale sono previsti i collegamenti ferroviari Vienna-Udine-Venezia-Ravenna e Trieste-Venezia-Ravenna) e rientrando nella ristretta lista degli 83 “core ports” europei.
Acque interne e marino costiere, aria ed emissioni in atmosfera, mobilità e logistica, gestione dell’energia e dell’ambiente, rifiuti, decarbonizzazione, suolo, rifiuti, rumori, …
Le variabili ambientali in gioco sono molte.
La necessità di coniugare la tutela dell’ambiente con la costante crescita del porto in coerenza con le logiche di sviluppo sostenibile è un principio già affermato sia nella conferenza delle Nazioni Unite sullo Stato dell’Ambiente e sullo Sviluppo (UNCED, 1992) che in un parere del Comitato economico e sociale europeo sulla politica portuale comunitaria (2007/C 168/12).
Una sfida che si vince lavorando in rete e in sinergia tra i diversi portatori d’interesse.
Per questo, uno degli obiettivi del progetto Ravenna GREEN PORT è costruire una rete di relazioni e partnership tra imprese, istituzioni e mondo della ricerca e definire congiuntamente possibili linee di sviluppo per l’innovazione sostenibile e la Blue Growth, ossia l’iniziativa della Commissione europea per valorizzare in maniera sostenibile, il potenziale dei mari, degli oceani e delle coste europee per la creazione di nuove opportunità di lavoro e di nuove aziende nei settori produttivi della cosiddetta “Economia Blu”, attraverso la promozione della ricerca, del trasferimento tecnologico e del partenariato tra ricerca scientifica e settore industriale.
La definizione di Economia Blu (Blue Economy) comprende tutte le attività umane che utilizzano il mare, le coste e i fondali come risorse per attività industriali e lo sviluppo di servizi, quali ad esempio acquacoltura, pesca, biotecnologie marine, turismo marittimo, costiero e di crociera, trasporto marittimo, porti e settore cantieristico, energie rinnovabili marine, inserite in un’ottica di sostenibilità.
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